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PLINIO IL VECCHIO E LE FONTI D'EUROPA

Conferenza del prof. Gianfranco Adornato, SNS Pisa

La Conferenza “Plinio il Vecchio e le Fonti d’Europa: eredità culturale, studi e prospettive” ha messo in luce il carattere fondativo della figura di Plinio il Vecchio per la Cultura europea ed è stata l’occasione per gettare le basi per la costituzione di un “network pliniano europeo”. La Conferenza, tenuta in lingua inglese, francese e italiana, è stata pensata a conclusione dell’Anno europeo per il patrimonio culturale 2018. Nelle pagine della Naturalis Historia è delineata una panoramica delle arti antiche, storia di tecniche e di artisti, di monumenti, di opere che ancora oggi si presentano con un fascino ineguagliabile davanti ai nostri occhi nei paesaggi europei o nei musei di tutto il mondo. I nomi di Fidia, di Policleto, di Prassitele, di Lisippo, i problemi del colore, del marmo, dei vetri, della ceramica entrano con innumerevoli altre notizie nell'enciclopedia pliniana, fonte eccezionale per la conoscenza dell'Antichità. La totale perdita per noi della critica d'arte antica rende ancora più prezioso il contributo di Plinio il Vecchio e della sua Naturalis Historia: fin dall’Umanesimo, dal Petrarca, dal Ghiberti e sino al Winckelmann e oltre, leggere Plinio fu l’azione basilare per quanti cercarono di ricostruire dalle fonti ancor prima che dall'archeologia, il quadro delle arti classiche. E tale rimane ancor oggi, pur nel progresso delle conoscenze e degli strumenti di critica e di lavoro.

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Come per la medicina, per la botanica, ecc., anche nel caso della storia dell’arte antica, la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio è stata considerata per secoli un repertorio di excerpta: le 3.000 notizie sull’arte, tratte da più di 70 autori greci e romani, sono state completamente decontestualizzate per ricostruire ora fonti e trattati perduti, ora vita e opere di artisti. Per tale ragione, il Prof. Gianfranco Adornato della Scuola Normale Superiore di Pisa ha avviato il progetto di ricerca “Oltre Plinio” che si propone, nello specifico, di offrire un aggiornato commento storico, filologico e archeologico dei libri sulle arti della Naturalis Historia (alcune sezioni del XXXIII, i libri XXXIV-XXXVI e parti del XXXVII) e di divulgare le conoscenze così acquisite tramite lo strumento informatico. Proprio per il carattere trasversale e multidisciplinare di questa indagine e per l’approccio metodologico del progetto di ricerca in corso, l’opera di Plinio è considerata come punto di snodo nella fase di ricezione rispetto alla precedente produzione letteraria e storiografica, e di trasmissione e fortuna di lemmi tecnici e personalità artistiche tra la tarda Classicità, il mondo romano e l’Umanesimo. Utilizzando questa prospettiva, ad esempio, il recente Pliny the Elder and the Emergence of Renaissance Architecture di Peter Fane-Saunders (Cambridge 2016) ha dimostrato l’importanza della ricezione del testo pliniano durante il XV e il XVI secolo nella sperimentazione e formazione di un linguaggio architettonico, un influsso secondo solo al trattato De Architectura di Vitruvio. Lo studio di Plinio il Vecchio, allora, come ponte tra mondi e culture alla base del sentimento di appartenenza europeo. In questo contesto di rinnovato interesse verso la monumentale opera di Plinio il Vecchio, la Conferenza “Plinio il Vecchio e le Fonti d’Europa: eredità culturale, studi e prospettive” a cura dell’Accademia Pliniana e della Scuola Normale Superiore di Pisa intende quindi presentarsi alla comunità scientifica come considerevole tessera per la comprensione (e la divulgazione) dell’opera pliniana e costituisce una tappa rilevante per l’inquadramento della figura di Plinio il Vecchio e del suo primario contributo, letterario e scientifico, alla trasmissione di conoscenze e sapere della Cultura europea, attraverso i secoli, attraverso i millenni.